Don Giovanni

Togliere il porto d’armi allo Stato

L’ ultima strage compiuta negli USA da uno squilibrato con armi da fuoco micidiali ha riacceso in tutto il mondo la discussione sul porto d’ armi. Pochi sono favorevoli alla piena libertà. I più auspicano un rigido controllo statale, ritenendo giusto che l’autorità pubblica conservi il monopolio della violenza; la quale troverebbe invece un forte stimolo laddove ogni privato può armarsi a piacimento.

Premesso che a me le armi da fuoco non mi piacciono e che la mia spada mi è servita solo una volta per difendermi dall’aggressione del Commendatore, e molte altre volte per difendere i deboli aggrediti, a me pare che tutta la discussione sia mal impostata. La violenza negli USA non è frutto dell’ anarchia, ma di circostanze storiche riconducibili ancora una volta all’onnipotenza del dio Stato.

Fino a quasi tutto il Settecento gli eserciti non erano di leva. L’ idea che lo Stato si identifichi col popolo e che quindi tutti i cittadini debbano essere soldati, pronti a correre in difesa della Patria, è un parto della Rivoluzione Francese, fatto proprio dall’ideologia romantica che nell’Ottocento ha permeato tutti gli Stati nazionali, antichi e nuovi. Ma è già presente nella Costituzione Americana del 1776, in quel secondo emendamento che i fautori del porto d’armi libero invocano a sostegno della loro ideologia, leggendone però solo la seconda metà. Leggiamolo invece per intero:”Essendo necessaria a uno Stato libero una milizia ben organizzata, non sarà violato il diritto del popolo di detenere o portare armi”. Si noti bene: si parla di “right of the people”, il popolo come soggetto collettivo, che può e deve essere armato (il solito ossimoro del diritto-dovere, invocato anche a a sostegno del monopolio pubblico dell’istruzione e dell’obbligo scolastico) per difendere lo Stato con una milizia organizzata, ovverosia con un esercito. Ma da chi dovevano difendersi gli americani di allora? Da qualche tribù di pellirosse (che tra l’altro avevano qualche ragione di astio contro chi aveva usurpato le loro terre). Non era il caso di formare veri e propri eserciti di leva, chiamando coercitivamente i cittadini al servizio militare per un addestramento adeguato a eventi bellici di qualche rilievo. Ma il principio sotteso era il medesimo: il corpo civico come esercito permanente, il popolo tutto a difesa della Patria e contro eventuali tentativi dittatoriali (perché in Italia le sinistre sono sempre state contrarie a un esercito di mestiere? Proprio per questo motivo).

La Svizzera con la costituzione del 1874 ha in un certo senso unificato i due modelli: ogni cittadino (maschio) riceve dallo Stato un’arma che detiene presso di sé, rimanendo obbligato, fino a un’ età stabilità, a prestare servizio militare per un breve periodo ogni anno.

Domanda : come mai gli svizzeri, che hanno in casa armi fornite dallo Stato, sono così pacifici? Perché hanno scelto di essere neutrali. Se lo Stato dà il buon esempio, il cittadino si adegua.
Domanda: come mai gli americani, il cui diritto-dovere di armarsi fu stabilito a fini difensivi, sono così inclini alla violenza? Perché Hamilton ha vinto su Jefferson. Colpa del Federalismo, che è accentramento. Presto gli USA hanno avuto un “ben organizzato”esercito di mestiere sempre più potente, pronto per le più disinvolte avventure imperialistiche (e ai crimini più orrendi: Hiroshima, Nagasaki, Dresda, Montecassino, My Lai…). Il popolo libero di armarsi ne prende esempio. Qualche bell’esempio lo offrono anche le forze di polizia che usano le armi con molta disinvoltura, specie con la sub-umanità di colore.

Immaginiamoci un mondo anarchico senza confini, dove merci uomini idee circolano liberamente. I mercanti di cannoni scomparirebbero. Per chi fabbricare armi potenti e sofisticate? Per una minoranza di delinquenti? Per la difesa personale basta qualche schioppo e qualche pistola.

Giovanni Tenorio

Libertino