Don Giovanni

Libertà economica e “volontà del popolo”

Anche i libertari hanno le loro frasi fatte, che ripetono a pappagallo tanto sembrano ovvie e indiscutibili; e guai a chi le mette in dubbio: extra Ecclesiam nulla salus. Una di queste è l’idea che gli staterelli piccini piccini non hanno alcun interesse ad applicare politiche protezionistiche, perché, date le loro dimensioni, non potrebbero sopravvivere in un regime autarchico. Sarebbero, in somma naturaliter liberisti, così come, secondo Tertulliano, l’anima è naturaliter cristiana. Il paradigma, come sempre, è la Confederazione Elvetica, l’Eden dove scorrono il latte e il vino a ruscelli.
Peccato che la teoria venga spesso e volentieri falsificata dalla realtà effettuale, secondo la logica della scoperta scientifica di Popper.

Nel Canton Ticino “per volontaa del pòpol” viene approvata una legge che, allo scopo occulto di limitare la concorrenza delle aziende artigianali italiche, in particolar modo lombarde, alle omologhe ticinesi, impone l’iscrizione a un albo, dietro documentazione del possesso di requisiti particolarmente restrittivi. Lo scopo proclamato, come sempre, è un altro (non è necessario aver studiato sociologia del diritto per averne contezza): proteggere i consumatori con un’adeguata normativa, assicurare la qualità delle prestazioni offerte, difendere i lavoratori indigeni dai frontalieri crumiri, salvaguardare le imprese locali dalla concorrenza selvaggia dei tagliàn.

Nobili intenti, non c’è che dire. Peccato che l’autorità giudiziaria (sia onore al merito) abbia dichiarato la legge inammissibile. Ma la politica non demorde. I rappresentanti del partito che scimmiotta in terra elvetica la Lega di Bossi (sostituendo alle rampogne contro i terroni quelle contro gli italiani in genere), arrivano a dire: “La libertà economica non è un diritto assoluto e può legalmente essere limitata per ragione di interesse pubblico preponderante”. Sembra di leggere la Costituzione più bella del mondo dei tagliàn. Sembra di sentire le tirate antimercatistiche di Tremonti, l’ammiratore di Colbert e di Rathenau. Complimenti vivissimi.

Giovanni Tenorio

Libertino

2 pensieri riguardo “Libertà economica e “volontà del popolo”

  • Non posso che concordare, essendo da sempre scettico e un po’ ostile verso la CH.
    Democratica, pulita e civile in confronto a noi bifolchi italioti, poteva ovviamente sembrare un eden, specie perchè si poteva parlare italiano nelle sua banche accoglienti (un tempo). Accoglienza che si pagava comunque a caro prezzo.

    Democratica, pulita e civile, l’Austria invece lo è sempre stata molto di più, e tra l’altro con strade perfette e impeccabili rispetto a quelle mulattiere svizzere (che non siano le autobahn soggette alla “vignette”), in cui la segnaletica fa più schifo di quella marocchina.

    Il sociologo Ziegler scrisse negli anni 70 un pamphet contro questo presunto eden, che gli valse una semi-fatwa laica alla Salman Rushdie. Ziegler è socialista, ma ciò non toglie che per me avesse ragione.

    La CH non è mai stato un sovrano illuminato, ma un piccolo Macbeth.
    E per me questo re è nudo, da sempre.

  • In Svizzera si paga il dazio per merci importate-comprate nei paesi europei circostanti. Vallo a far capire a taluni libertari italiani. Fatica sprecata.

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